venerdì 3 aprile 2009

LA "CRISI FINALE" DI GRANT MORRISON

Di Raffaele De Fazio

Dopo una travagliata gestazione e dopo essersi persa due disegnatori per strada (J. G. Jones e Carlos Pacheco) si è conclusa, per l'editore americano DC Comics, la Final Crisis scritta dallo sceneggiatore scozzese Grant Morrison.
Nonostante questa miniserie di sette numeri - pubblicata tra luglio 2008 e marzo di quest'anno - fosse stata annunciata come il "crossover" definitivo per il DC Universe, nonché come la parola definitiva del genio di Glasgow sui supereroi creati da Jack Kirby per la DC, alla fine forse nemmeno i vertici della casa editrice hanno voluto puntare tutto su questo progetto. Il settimanale Countdown, che doveva fungere da prologo, in fin dei conti ha avuto poco o niente a che spartire con la miniserie principale, mentre l'altro progetto La morte dei Nuovi Dei di Jim Starlin è riuscito solo a complicare ancora di più l'esordio del progetto di Morrison, incentrato proprio su Darkseid e soci.
Comunque, la serie presenta forse una delle migliori opere di Morrison in ambito super-eroistico, una storia che si muove su più livelli, obbligandoti a rileggerla per afferrarne tutti i riferimenti, ricollegando tra di loro tutte le storie di quello che potremmo definire il "Morrison-verse", ovvero la sua piccola nicchia all'interno del DC Universe fatta di Sette Soldati, Velocisti Scarlatti, una perfetta comprensione del Mito Superman e, scusate se è poco, il Cavaliere Oscuro migliore degli ultimi anni; senza contare una passione sconfinata per tutti gli omini in calzamaglia di casa DC.
Forse il problema principale della serie è dato proprio dall'elaborata sceneggiatura di Morrison, troppo cervellotica per il lettore medio americano che nelle vendite, non a caso, ha premiato l'esile Secret Invasion della Marvel, sicuramente più semplice nella comprensione e, quindi, di maggiore fruibilità per qualsiasi scimmia/zombie di passaggio. La storia di Morrison, invece, si rivolge forse ad un pubblico più adulto (o forse più "europeo") di quello che generalmente frequenta i comic-shop americani e forse più abituato a storie di maggior profondità e concepite come opera unica e compiuta in sé. Anche se non possiamo dimenticare gli strascichi che Final Crisis lascerà, comunque, nel DC Universe per i mesi a venire, in particolare per Flash e per Batman, che proprio Morrison tornerà a scrivere da giugno, pare in compagnia del fido Frank Quitely e dell'ottimo Doug Mahnke.
Dunque, ora che tutti e sette i numeri della miniserie sono stati pubblicati, vi consiglio caldamente di recuperare Final Crisis quando uscirà in volume unico, un formato che meglio potrà valorizzare l'ottima sceneggiatura di Grant Morrison, il quale ancora una volta ci dimostra la differenza che passa tra un fumetto da leggere sul cesso e uno che vuoi leggere sulla tua poltrona preferita a quell'ora in cui il bimbo dorme e intorno a te si espande una foschia d'origine caraibica.