martedì 16 agosto 2011

CINECOMICS PRIMAVERA-ESTATE 2011: I PIU' E I MENO

Di Diego Del Pozzo

Il periodo estivo è utile anche perché, offrendo un po’ di pausa, permette di fare il punto della situazione sui tanti cine-comics, prevalentemente di argomento supereroistico, arrivati in questi mesi sugli schermi dei cinema di tutto il mondo. Una premessa, però, è doverosa: si tratta quasi sempre di film piuttosto deludenti, sia dal punto di vista squisitamente cinematografico sia per quel che riguarda il rapporto col fumetto d’origine. Una seconda premessa, poi, riguarda l’abuso del 3D di nuova generazione che si sta facendo in questo tipo di pellicole: non serve a nulla, se non a giustificare un prezzo più elevato del biglietto d’ingresso!
Comunque, il primo film uscito anche in Italia, a maggio, è stato il roboante e pubblicizzatissimo Thor diretto da Kenneth Branagh. Ebbene, da sempre specialista nel mettere in scena gli intrighi di corte delle opere shakespeariane, il colto regista britannico ha provato a utilizzare il medesimo approccio per narrare i rapporti familiari delle divinità nordiche. Naturalmente, però, il fatto di dover comunque dare il necessario spazio alle scazzottate tipiche dei comics di supereroi e, soprattutto, l’essersi dovuto appoggiare su un protagonista inespressivo come Chris Hemsworth ha fatto la frittata, producendo un bizzarro pasticcio marvel-shakespeariano, incapace di cogliere lo spirito della “Casa delle Idee” ma anche quello delle opere del Bardo inglese. La trama del film risale alle origini del personaggio, quando Odino (un ottimo e sprecato Anthony Hopkins), stanco dell’irruenza incontrollabile del figlio Thor (Hemsworth), lo esilia sulla Terra, mandandolo a vivere tra gli umani. A rendere tutto più intricato ci pensa Loki (Tom Hiddlestone), il figlio adottivo di Odino, prontissimo a impossessarsi del trono durante l’assenza dell’odiato fratellastro. A proposito di interpreti sprecati, in Thor nessuno batte una Natalie Portman che sembra capitata lì per caso.
Sempre Marvel, ma stavolta con esiti più felici, per il secondo cine-comic approdato in sala nella tarda primavera: X-Men - L’inizio (nella foto), prequel della trilogia sui popolarissimi mutanti marvelliani diretta da Bryan Singer e Brett Ratner. La pellicola, firmata dal regista emergente Matthew Vaughn, racconta la giovinezza di Charles Xavier (James McAvoy) ed Erik Lensherr (Michael Fassbender), cioè i futuri Professor X e Magneto. Legati inizialmente da una profonda amicizia, i due ragazzi entrano a far parte di un’unità speciale composta da mutanti, durante i primi anni Sessanta, destreggiandosi da par loro in particolare nel corso della crisi missilistica cubana che esplose durante la breve presidenza Kennedy. Nel corso del film, però, appariranno man mano sempre più evidenti le profonde differenze di approccio (soprattutto per quel che concerne il rapporto umani-mutanti) esistenti tra i due amici, che così finiranno per diventare gli acerrimi nemici che il pubblico delle tre pellicole precedenti ha conosciuto già più in là negli anni. Punto di forza di X-Men - L’inizio è la freschezza dell’approccio registico, che rinnova realmente la saga filmica dei mutanti riportandola al momento nel quale tutto iniziò. Menzione speciale, poi, per il curatissimo decor d’epoca, che rende alcune sequenze autentiche sciccherie visive.
Una parentesi extra-supereroistica (ma fino a un certo punto), quindi, è stata proposta da Red, il mix di commedia e action movie spionistico diretto da Robert Schwentke e tratto dal fumetto di Warren Ellis. La storia è quella di Frank Moses (Bruce Willis), agente della Cia in pensione, improvvisamente minacciato di morte. Per far fronte alla minaccia, l’uomo sarà costretto a rimettere insieme i suoi vecchi colleghi, per organizzare un vero e proprio contrattacco che farà emergere un inatteso complotto. Il cast stellare basta da solo a giustificare una pellicola comunque piuttosto divertente: accanto a Willis, infatti, ci sono anche altri grossi calibri hollywoodiani come Morgan Freeman, John Malkovich e Helen Mirren.
Si ritorna tra i supereroi in piena estate, infine, con l’arrivo in sala di Captain America - Il primo vendicatore (ma perché “Captain” e non “Capitan”, visto che il sottotitolo è stato tradotto in italiano? Mah…), diretto da quel Joe Johnston esploso qualche anno fa con l’ottimo cine-comic tratto da Rocketeer e poi responsabile anche della regia di kolossal invece meno riusciti come Jurassic Park III e Wolfman. Nonostante fosse in cantiere già dal 1997, dispute sui diritti e cambi della casa di produzione hanno provocato al progetto più di dieci anni di ritardo. La trama parte anche qui dalle origini del mito e racconta di Steve Rogers (l’inconsistente Chris Evans che aveva già rovinato la Torcia Umana), il quale, durante la Seconda guerra mondiale, si ritrova trasformato da gracile volontario dell’esercito statunitense in un autentico super-soldato, in seguito a un segretissimo esperimento scientifico. L’uomo qualunque, così, diventa il simbolo incarnato dell’American Dream e si trova catapultato nell’Europa nazista a combattere contro colui che, nei decenni, diventerà il suo arci-nemico: il crudele Teschio Rosso interpretato da Hugo Weaving.
Purtroppo, sia Chris Evans come Capitan America (anzi, Captain) che Chris Hemsworth come Thor ritorneranno l’anno prossimo nell’attesissimo kolossal The Avengers, al quale sta lavorando il creatore di Buffy Joss Whedon.

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