(Il Mattino - 9 agosto 2011)
Di fronte alla notizia, il creatore di Desperate, Marc Cherry, preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. “Sono stati sette anni incredibili, nei quali - spiega - ho avuto modo di lavorare con un cast incredibile. E, per questo motivo, vogliamo dare alla serie il finale che merita. Ho comunicato la notizia alle protagoniste venerdì e le ho sentite tristi come tutti noi, anche se la soddisfazione per questa lunga esperienza è certamente superiore”. L’impressione, però, è che Cherry la faccia un po’ troppo facile. La realtà dietro le quinte, infatti, è ben diversa, con le quattro attrici protagoniste Teri Hatcher, Felicity Huffman, Marcia Cross ed Eva Longoria (nella foto) decisamente arrabbiate per una comunicazione giunta anche a loro senza troppi preavvisi. Per ciascuna, in questi mesi, c’era stata una trattativa serrata col network per il rinnovo dei rispettivi contratti, sempre più onerosi per la Abc. E, accanto alle firme per l’ottava stagione, il quartetto era stato opzionato anche per la nona, dopo che lo stesso Marc Cherry aveva reso pubblica la volontà di portare avanti lo show per nove anni. Ma Desperate Housewives paga il deciso calo negli indici d’ascolto - e nelle conseguenti commesse pubblicitarie - rispetto ai roboanti numeri dell’esordio del 3 ottobre 2004, quando il pilot totalizzò quasi ventidue milioni di telespettatori, superati di slancio dall’episodio conclusivo di quella stessa stagione, che sfondò la soglia dei trenta milioni. Il successo, anche internazionale, è proseguito, poi, fino allo scorso anno, con Desperate Housewives che tra 2006 e 2010 è stata la serie comedy più vista al mondo, con una media di quasi sessanta milioni di telespettatori in sessantotto Paesi.
La cancellazione della creatura di Marc Cherry è l’ennesima conferma di come la nuova “Golden Age” della televisione americana - per molti osservatori qualitativamente superiore persino a quella storica degli anni Cinquanta - sia ormai terminata, almeno per ciò che concerne i network tradizionali, perché invece i canali via cavo continuano a sfornare serie interessanti a getto continuo. Lo testimoniano le chiusure, spesso risolte in maniera deludente, di show emblematici come Lost, 24, Heroes, ai quali si aggiungeranno l’anno prossimo gli altri due grossi calibri House e, appunto, Desperate Housewives, serie all’epoca rivoluzionaria per il sapiente mix di dramma, commedia, giallo, satira e soap opera. In molti casi, accanto al naturale esaurimento della vena creativa degli autori, il motivo di queste cancellazioni è economico e riguarda, in particolare, l’esponenziale aumento dei costi causato da compensi crescenti di interpreti diventati sempre più divi, come Hugh Laurie di House e le quattro casalinghe di Desperate. All’opposto, poi, c’è il calo inarrestabile degli indici d’ascolto, provocato dalla parcellizzazione dei pubblici e da fenomeni sempre più diffusi come il file sharing e il download degli episodi, che hanno reso obsoleto il tradizionale appuntamento settimanale catodico.
Comunque, Desperate Housewives dovrebbe salutare il proprio pubblico - in Italia sul satellitare Foxlife e in chiaro sulla Rai - con un finale di serie davvero speciale. “Ho un’idea per l’ultimo episodio - anticipa Marc Cherry poco dopo l’annuncio della chiusura - che renderà omaggio a tutti i personaggi visto nelle otto stagioni”. Appare quasi certo, dopo queste dichiarazioni, il ritorno in scena della Mary Alice interpretata da Brenda Strong, cioè la quinta casalinga disperata, suicida nel prologo della serie e poi voce narrante di tutti gli episodi successivi.
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