mercoledì 2 settembre 2009

ASCANIO CELESTINI, IL CORAGGIO E LA FOLLIA

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 2 settembre 2009)

Coraggio e follia, cioè i temi-guida di questa e della prossima edizione del Ravello Festival, saranno declinati nelle loro mille sfumature sabato sera, alle ore 21.15, quando sul palco di Villa Rufolo andrà in scena lo spettacolo che l’attore-affabulatore Ascanio Celestini (nella foto, qui sotto) e il pianista-sperimentatore Cesare Picco hanno concepito appositamente per il festival ravellese diretto da Stefano Valanzuolo. Molto bello è il titolo dell’originale progetto teatral-musicale, Ci vuole coraggio ad essere folli…, perfetto anche per rendere l’idea di ciò che il pubblico di Ravello potrà aspettarsi. “In effetti, il vero coraggio sarà soprattutto – spiega Ascanio Celestini – quello che mostreremo nell’andare in scena senza tante prove, ma lasciando spazio all’improvvisazione. Sostanzialmente, infatti, il progetto nasce come link tra i nostri repertori, che però faranno da semplici canovacci. Insomma, il pubblico deve aspettarsi due artisti senza spettacolo, pronti a porgere loro tutto ciò che hanno in testa tranne che cose scelte a priori. E questo, oltre che coraggioso, è anche un po’ folle”. In tal senso, appare calzante la definizione che lo stesso Celestini dà del progetto: “Lo descriverei come un viaggio da fare in tir. Nel senso che all’interno di questo tir puoi portare con te tante e tante cose, prese dalla tua esperienza di vita oltre che artistica: così, ti basta pescare, di volta in volta, ciò che ti sembra più adatto al momento. Naturalmente, però, ti puoi permettere l’improvvisazione soltanto quando hai un repertorio ampio a disposizione, poiché più materiale hai e meglio riesci a improvvisare”.
Nel corso di Ci vuole coraggio ad essere folli…, Celestini e Picco saranno accompagnati anche da una banda musicale, che contribuirà a definire ulteriormente l’incontro tra coraggio e follia. “E anche la scelta di interagire con una vera banda di paese – prosegue l’attore e drammaturgo – va senz’altro considerata un po’ folle. Ma si tratta di una follia che valeva la pena di portare avanti, anche perché quel tipo di sonorità rappresenta l’anello di congiunzione perfetto tra musica colta e popolare: un po’ come i santi nella religione cattolica, dove fanno da raccordo tra Dio e i credenti. D’altra parte, anche Verdi e Mozart hanno usato la banda per portare la loro musica al popolo che non andava a teatro”. Ma cosa sono il coraggio e la follia per Ascanio Celestini? “Sono indefinibili, anche perché appena si tenta di descriverli diventano retorici o naif. Si pensi, per esempio, al coraggio di un soldato che si fa sparare in guerra e che muore: magari, un attimo prima di chiudere gli occhi, pensa che avrebbe volentieri rinunciato a essere coraggioso per restare ancora vivo. E questa, per tornare all’intreccio del titolo, potrebbe essere la follia dell’essere coraggiosi”. Assieme a Celestini, sarà sul palco di Villa Rufolo anche il pianista Cesare Picco (qui sopra, nella foto), che preferisce utilizzare un’altra metafora: “Cercheremo di costruire un ponte ideale tra coraggio e follia, partendo dalle nostre specifiche esperienze artistiche: Ascanio attraverso le affabulazioni e i mondi paralleli e onirici, ma comunque assolutamente attuali, che riesce sempre a evocare; io – aggiunge – mediante la mia personale forma di improvvisazione pianistica, che magari arricchirò suonando, a sorpresa, anche altri strumenti, per godermi l’espressione di sorpresa sul volto del mio partner. Insomma, proveremo a far ragionare e divertire il pubblico, grazie a quella libertà assoluta che oggi, forse, è possibile trovare soltanto esibendosi su un palco”.