domenica 6 settembre 2009

LIBRI: UN BEL REPORTAGE SU CHI VIVE A CREDITO

Di Diego Del Pozzo

Comprare al tempo della crisi, pur senza averne la possibilità, per sentirsi meglio rischiando costantemente il peggio: è un comportamento individuabile ovunque, ma con specificità nostrane tutte da indagare. E questa voglia d’indagine, sempre più necessaria in un’Italia costantemente impegnata a soddisfare desideri indotti, è ciò che caratterizza La tua vita in 30 comode rate. Viaggio nell’Italia che vive a credito di Gianluigi Ricuperati (Laterza, 136 pagine, 10 euro).
L’autore, poco più che trentenne, fotografa in modo amaro e, al tempo stesso, lucido il profilo di un Paese che continua a vivere come se la “bolla creditizia” americana e occidentale non fosse mai esplosa e nessuno fosse ancora stato investito dalle schegge impazzite di tale esplosione. La sua attenzione si concentra su un microcosmo compatto come il quartiere Crocetta di Torino: il cosiddetto “salotto” della città sabauda, utilizzato da Ricuperati, però, quale luogo simbolico “intercambiabile, asportabile e impiantabile dovunque” in Italia.
Nel suo reportage, l’autore si trova faccia a faccia col dolore fisico di persone che “saldano un conto in rosso e ne aprono subito uno nuovo”, uomini e donne che “non sanno e non vogliono rinunciare all’illusione del lusso e si offrono in pasto alla complessa divinità del denaro fantasma”: storie quotidiane di debitori e, conseguentemente, creditori, perché ovunque vi sia qualcuno che ha bisogno di soldi per soddisfare bisogni vi è, allo stesso tempo, qualcun altro che quei soldi li presta, li vende proprio come si fa con qualsiasi altra merce. “Il centro di questo libro – scrive Ricuperati – è il credito, e in particolare il credito al consumo: la pratica, ormai comune per le nostre banche e finanziarie, di prestare soldi allo scopo esclusivo di acquistare beni poco durevoli. (…) E’ il denaro che gli italiani hanno cominciato a noleggiare furiosamente – con tassi di crescita, per gli istituti e le finanziarie che li hanno finanziati, del 300 per cento, di anno in anno, in tutti i settori che, in questo particolare mercato, includono elettrodomestici, vacanze, eventi speciali, bisogni speciali. Gli eventi speciali sono i matrimoni. I bisogni speciali sono l’improvvisa necessità di cinque, dieci, quindicimila euro. Ma non sono affatto speciali. Sono regolari”. Conseguenza di tali bisogni e dei debiti necessari per soddisfarli sono autentici drammi familiari, rapporti interpersonali andati in frantumi e persino tragici suicidi. L’altra faccia della medaglia, poi, è rappresentata da coloro che i soldi li prestano e che sul credito guadagnano (legalmente) e prosperano: “squali” a volte in conflitto con la propria coscienza o cinici personaggi che detestano sinceramente chi non sa smettere di spendere, magari soltanto per sentirsi ancora vivo.
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Nota: Questa recensione è stata pubblicata sul quotidiano Il Mattino di venerdì 7 agosto.