martedì 8 settembre 2009

PIPPO DELBONO APRE IL TAM TAM DIGIFESTIVAL

Di Diego Del Pozzo


L’Italia di oggi ripresa col telefonino, tra razzismo più o meno strisciante e assurdità para-televisive: questo e altro si vedrà, stasera alle ore 21 al Parco del Poggio, nell’atteso docu-film La paura, che il regista e attore teatrale Pippo Delbono (qui a lato, nella foto) ha girato nei mesi scorsi, servendosi unicamente di un telefono cellulare di ultima generazione. Il film di Delbono - unico italiano nella selezione ufficiale del Festival di Locarno, ad agosto - sarà proiettato questa sera in anteprima italiana, collegando la fortunata rassegna estiva di cinema all’aperto Accordi e disaccordi (che si conclude oggi) col Tam Tam Digifestival, che proprio con La paura s’inaugura e andrà avanti fino a domenica, tra proiezioni, presentazioni librarie e convegni sui temi dell’informazione e della comunicazione.
Per la sua quarta edizione, il festival diretto da Giulio Gargia propone, infatti, un tema emblematico, Le redazioni pericolose: come sopravvivere ai tempi del post-giornalismo, che sarà sviscerato grazie ai contributi degli ospiti coinvolti - lo stesso Delbono, il segretario della Federazione nazionale della stampa Roberto Natale, i giornalisti Giuseppe Lo Bianco e Carlo Vulpio, il regista Berardo Carboni, l’opinionista Oliviero Beha, Beppe Lopez e il vignettista Sergio Staino - e alle suggestioni provenienti dai film in cartellone, a partire proprio da La paura. “Il film - spiega Pippo Delbono - parla di questo tempo tra razzismo e televisione, tra paura e volgarità, tra l’eco di un passato grande e un presente vuoto. Insomma, parla dell’Italia”.
E lo sguardo di Delbono sull’Italia di oggi è selvaggio come le immagini catturate tramite il telefonino; e, naturalmente, nient’affatto indulgente: “In questo Paese, oggi quasi più nulla causa una reazione e né le ronde né la militarizzazione provocano più sdegno. Il modello berlusconiano è diventato l’unico modello, anche perché lui controlla tutta la tv e gran parte dei giornali. Ma io - conclude Delbono - non sono pessimista: la mia non è una rabbia isterica, bensì uno spirito critico. Non dobbiamo accettare tutto”.
Film coraggioso e dall’estetica originalissima, La paura si apre con l’inquadratura della pancia dell’autore, contrapposta alle immagini di un programma televisivo sull’obesità dei bambini, dove il dottore che parla è a sua volta obeso. Seguono, poi, tante immagini di degrado e di intolleranza nei confronti di rom e stranieri (tra l’altro, Delbono filma anche il funerale del giovane africano ucciso a Milano un anno fa, per aver rubato una scatola di biscotti). La paura è un diario preciso, reale e crudele, ma anche una dura denuncia dell’onnipotenza della televisione italiana e delle sue ingerenze nella vita quotidiana.
Tra le altre anteprime proposte dal Tam Tam Digifestival, spiccano il docu-film Tutti giù per aria, sul “caso Alitalia” (domani sera, ore 21.45); l’inedito di Micheal Moore Slackers uprising (“Svegliatevi, pigroni”, giovedì alle ore 22.15); il primo film girato nell’universo virtuale di Second Life, Volatola – Second Media Generation di Berardo Carboni (venerdì, ore 22.30); e, nell’ambito dei due giorni dedicati all’Auditel, il film tedesco Free Rainer – Attacco all’Auditel di Hans Weingartner, sui sistemi di rilevazione dell’ascolto (sabato alle ore 22.30 e domenica alle ore 22). La settimana prossima, infine, il festival avrà un’appendice a Procida, da martedì 15 a domenica 20 nel Conservatorio delle Orfane, con una serie di laboratori organizzati in collaborazione con L’Orientale: vi parteciperanno Zap Mangusta, Tana de Zulueta, Leonardo Giuliano, Davide Riondino e Oliviero Beha.