lunedì 7 settembre 2009

PARLA JOHN TURTURRO: THE DIRECTOR'S CUT

Di Diego Del Pozzo

Potrebbe rivelarsi per la canzone napoletana ciò che il wendersiano Buena Vista Social Club è stato per la musica tradizionale cubana. Si tratta di Passione, il film che John Turturro dirigerà e interpreterà a Napoli e dintorni a partire da oggi, nell’ambito della Piedigrotta 2009. Per ora, il progetto cinematografico s’intitola ancora Neapolitan Songs, proprio come le canzoni napoletane sulle cui tracce Turturro si metterà nei prossimi giorni, alla ricerca dell’essenza stessa di un luogo, della sua cultura e, magari, della sua anima. Nato a Brooklyn, amico e compagno di lavoro di cineasti come Martin Scorsese, Spike Lee, Joel ed Ethan Coen, Woody Allen, l’attore e regista italo-americano è a Napoli per “un viaggio nel cuore di una città – spiega – estremamente complessa e, dunque, impossibile da raccontare nella sua totalità”. Neapolitan Songs – Passione nasce da un’idea di Carlo Macchitella. Turturro, che ne è regista e interprete, lo ha scritto assieme al giornalista e critico musicale Federico Vacalebre. La produzione è della Skydancers di Giorgio Magliulo e della Squeezed Heart, in collaborazione con Madeleine, Cinecittà Luce (che lo distribuirà), Rai Cinema e Regione Campania. La Film Commission regionale ha assicurato il sostegno nell’individuazione delle location, mentre l’Ente Provinciale per il Turismo di Napoli ha dato il proprio supporto inserendo il film tra gli eventi di punta della Piedigrotta 2009. I primi ciak sono previsti per oggi a Procida, con le riprese che andranno avanti fino al 23 settembre, intrecciandosi fino a domenica con le celebrazioni della tradizionale festa napoletana, inaugurata giovedì scorso dallo stesso Turturro con l’apertura della mostra sul futurismo a Palazzo Reale.
Ma che film uscirà fuori, chiediamo a John Turturro, dal suo viaggio nel cuore di Napoli?
Ancora non lo so con precisione, poiché mi sono riproposto di scoprirlo giorno per giorno, anche durante le riprese. So, invece, la domanda che mi sono posto, quando è nata l’idea del film: Com’è possibile che in un’unica città ci sia sempre stata così tanta musica?”.
E, allora, com’è possibile?
Esistono città speciali, in tutto il mondo, che hanno con la musica un rapporto unico e viscerale: e penso, per esempio, a Rio de Janeiro, Nashville, New Orleans. Napoli è una di loro. In Italia, anzi, è la capitale musicale, quella che ha prodotto le canzoni più conosciute e amate nel mondo. Nel film cercheremo di ricostruire la storia di questo rapporto inscindibile tra la città e le sue canzoni, partendo dai canti delle lavandaie del Tredicesimo secolo per giungere a classici moderni come Carmela di Sergio Bruni e Salvatore Palomba e Napule è di Pino Daniele. Come in Buena Vista Social Club, proveremo a far emergere il contesto culturale nel quale sono nate, nei secoli, le canzoni”.
Come sarà strutturato il film?
Non faremo un’enciclopedia della canzone napoletana, ma un documentario musicale per divertire gli spettatori e fargli capire quanto questa musica sia ancora viva. Per fare ciò, attraverseremo la città e sentiremo la gente comune, per strada; intervisteremo, però, anche tanti artisti contemporanei, rappresentanti istituzionali, dirigenti culturali, storici discografici. E integreremo il tutto con immagini rare scovate nei principali archivi italiani e internazionali: in tal modo, rivivranno sullo schermo Enrico Caruso, Sergio Bruni, Roberto Murolo, Domenico Modugno, ma anche Ray Charles, Elvis Presley, Frank Sinatra, sia con le loro parole che, soprattutto, con le loro indimenticabili interpretazioni”.
Quali artisti di oggi saranno presenti nel film?
In apertura si sentirà la voce di Mina cantare Carmela, mentre nel corso del documentario si esibiranno Massimo Ranieri, Lina Sastri, Peppe Barra, Angela Luce, Fausto Cigliano, Raiz, gli Avion Travel, Lucio Dalla, Pino Daniele solo in voce, ma anche Fiorello con una speciale versione di Caravan petrol di Renato Carosone. Tra tante canzoni è stato davvero duro decidere quali utilizzare e quali no. Basti pensare che sono oltre due anni che io ascolto quasi soltanto canzoni napoletane. Ne avrò ascoltato più di tremila, continuamente; tanto che i miei familiari, a un certo punto, mi hanno implorato di smetterla”.
C’è qualche luogo speciale, che si vedrà nel film?
Credo che gli appassionati troveranno molto emozionanti le immagini che gireremo negli archivi storici della Phonotype Record dei fratelli Esposito, la prima casa discografica italiana, fondata addirittura nel 1901”.
Lei è di origini siciliane. E, ieri, la Mostra di Venezia è stata inaugurata da “Baarìa” di Giuseppe Tornatore.
Non l’ho ancora visto, ma mi incuriosisce in quanto grande affresco di storia siciliana. E poi, napoletani e siciliani possono considerarsi praticamente cugini”.
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Nota: Ho realizzato questa intervista il 3 settembre a Napoli, in occasione della presentazione della Piedigrotta 2009. In altra forma, il resoconto della chiacchierata con Turturro è stato pubblicato dal quotidiano Il Mattino del 4 settembre.