domenica 23 ottobre 2011

INTERVISTA A FILIPPO TIMI, TRA CINEMA E TEATRO

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 23 ottobre 2011)

Con quattro film nelle varie sezioni, Filippo Timi è stato il grande protagonista tra gli attori italiani alla Mostra di Venezia. Adesso, con due pellicole in uscita venerdì, Quando la notte di Cristina Comencini e Missione di pace dell’esordiente Francesco Lagi, conferma il suo attuale status di interprete più richiesto dal cinema nazionale di qualità. E, vedendo i due film uno dopo l’altro, si può apprezzare la spiccata personalità artistica del trentasettenne attore umbro consacrato da Marco Bellocchio in Vincere. D’altra parte, con la sua personalità Timi ha conquistato, qualche sera fa, anche la platea del Napoli Film Festival, dove ha parlato dei film della sua vita (nella foto, durante la serata napoletana).
Dunque, Timi, lei che è anche uomo di teatro e scrittura come si sente dopo questo periodo di super-lavoro cinematografico?
“Desideroso di dedicarmi ad altro, anche per ridurre quella che rischiava di diventare una sovraesposizione. Infatti, dopo i tanti film girati quasi contemporaneamente nei mesi scorsi, ho deciso di stare lontano dal cinema almeno fino a marzo, per concentrarmi sul teatro e sul mio nuovo libro”.
Nel film di Cristina Comencini lei interpreta Manfred, un uomo schiavo e padrone della propria solitudine. Come lo presenterebbe al pubblico che da venerdì lo incontrerà al cinema?
“Preferirei non presentarlo affatto, ma anzi nasconderlo il più possibile nelle ombre che lo circondano, in modo da farlo scoprire pian piano a chi vedrà il film. Si è trattato, comunque, di un ruolo tosto da interpretare, peraltro in uno scenario di montagna tra neve, gelo, pioggia. Quando ho letto il libro di Cristina dal quale lei stessa ha tratto il film, però, ho pensato di assomigliare in qualche modo al personaggio: magari, non sono così orso ma ci vado vicino, anche perché provengo da una famiglia nella quale mio padre ha sempre parlato pochissimo. Quindi, anche geneticamente oltre che fisicamente, mi porto appresso una certa rocciosità naturale, probabilmente accentuata dalla voce”.
Alla Mostra di Venezia, si è molto discusso di questo film anche a causa dell’accoglienza “turbolenta” durante la proiezione per la stampa. Lei come ha vissuto quei momenti?
“Non gli ho dato molto peso. E poi, va anche ricordato che la proiezione veneziana per il pubblico, invece, è stata caratterizzata da un successo notevole. Comunque, io sono stato toccato nel profondo da questo film e, quindi, lo difendo a spada tratta. Era da tanto tempo che volevo lavorare con Cristina Comencini; e sul set Claudia Pandolfi, che non conoscevo di persona, è stata una scoperta straordinaria, un po’ ruvida e assolutamente poco convenzionale come me”.
Nella commedia grottesca Missione di pace, invece, lei interpreta addirittura Che Guevara, reso però in maniera esilarante. Cosa pensa del film e del suo personaggio?
“Il film è divertentissimo. In quanto al mio Che, innanzitutto ho pensato che, dopo aver fatto Mussolini per Bellocchio, dovevo pareggiare i conti. E questo Che Guevara surreale che va all’Ikea e prepara un super-governo con Maradona come assessore allo sport mi fa impazzire”.
Però, spesso lei dà vita a personaggi cupi e oscuri. Come fa a guardare il male negli occhi?
“Non è semplice. Credo, però, che dentro ciascuno di noi vi sia un pozzo nero, più o meno nascosto in profondità. E, quando devo entrare in un personaggio negativo, provo a calarmi in questo pozzo nero. Però, Missione di pace m’è piaciuto anche perché mette alla prova il mio lato comico, che non è stato ancora scoperto del tutto. L’anno prossimo, comunque, sarò in Com’è bello far l’amore di Fausto Brizzi e in Asterix e Obelix - Dio salvi la Britannia, due commedie in 3D”.
Ma a lei quale cinema piace?
“Quello che esprime il vero. A tal proposito, sono d’accordo con Schopenauer quando afferma che non c’è bellezza senza verità. Prima o poi mi piacerebbe anche dirigere un film, ma serve la storia giusta”.
Dopo la scorpacciata di cinema, però, ha deciso di dedicarsi per un po’ al teatro. A cosa sta lavorando?
“Sarò in tournée, fino a febbraio-marzo, con due spettacoli scritti, diretti e interpretati da me: il primo è Giuliett’e Romeo m’engolfi l’core, amore, una versione in umbro dell’opera shakespeariana; il secondo, Favola, in cartellone anche al Bellini di Napoli a gennaio, è una commedia ambientata in un tinello americano degli anni Cinquanta, dove io interpreto una delle due protagoniste femminili”.

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