venerdì 21 ottobre 2011

RICORDIAMO IL CICLO DEL "PIANETA DELLE SCIMMIE"

Di Diego Del Pozzo

L’arrivo nei cinema italiani de L’alba del pianeta delle scimmie, l’attesissimo prequel di una tra le saghe di fantascienza più celebri e amate di sempre (nella foto, una scena del nuovo film), offre l’occasione per rispolverare le filiazioni extracinematografiche del ciclo inaugurato dal film del 1968 Il pianeta delle scimmie, diretto da Franklin J. Schaffner e nobilitato dalla presenza di Charlton Heston nel ruolo principale. Le cinque pellicole originali, infatti, hanno prodotto, nel corso degli anni, due serie tv (una “live action” e l’altra a cartoni animati), una collana a fumetti e un’infinità di gadget e materiali per collezionisti (oltre, naturalmente, al remake per il grande schermo diretto da Tim Burton). Tutto aveva avuto inizio, comunque, qualche anno prima (nel 1963), col romanzo dello scrittore francese Pierre Boulle, che - grazie all’inversione dei ruoli tra gli umani ridotti in schiavitù e le scimmie assurte al dominio del mondo - aveva voluto sbeffeggiare in maniera satirica e grottesca la società contemporanea.
Ma torniamo ai cinque film responsabili della creazione del mito. Dopo Il pianeta delle scimmie (1968) arrivano L’altra faccia del pianeta delle scimmie (1969), Fuga dal pianeta delle scimmie (1971), 1999: conquista della Terra (1972) e il conclusivo Anno 2670 - Ultimo atto (1973). Tutto ha inizio con lo schianto di un’astronave su un misterioso pianeta. Il superstite dell’improvvisato atterraggio, il comandante Taylor (Charlton Heston) viene catturato dalla razza di scimmie intelligenti che domina sul bizzarro mondo. Dopo numerose peripezie e dopo aver stretto amicizia con gli scienziati-scimmia Zira (Kim Hunter) e Cornelius (Roddy McDowall), nel finale Taylor ha un’amara sorpresa, in quello che è il momento più inquietante del film: il pianeta sul quale si trova non è altro che la Terra di un lontano futuro, ridotta così dopo una catastrofe nucleare. Apologo pacifista, antidogmatico e antinucleare, il “Ciclo del pianeta delle scimmie” rilegge il nostro presente attraverso la visualizzazione di un futuro apocalittico, abbinando suggestivi assunti fanta-sociologici a una convincente satira dell’orgoglio umano.
Come detto all’inizio, però, sono tante le filiazioni derivanti dai cinque film originali, capaci, negli anni, di invadere letteralmente anche altri media con i temi e le suggestioni delle pellicole originariamente prodotte per il grande schermo. Innanzitutto, va segnalata la serie di telefilm con Roddy McDowall come protagonista. Il progetto televisivo viene comunemente inserito nella cronologia ufficiale del “Ciclo”, che arricchisce con dettagli e personaggi inediti. I quattordici episodi (ciascuno dalla durata di quarantotto minuti) andati in onda, ogni settimana, negli Stati Uniti tra il 13 settembre e il 6 dicembre 1974 (e rimontati anche in cinque tv movies) presentano nel loro cast anche Ron Harper (Virdon), James McNaughton (Burke), Booth Colman (Zaius) e Mark Lenard (Urko). La serie è apparsa, a più riprese, anche in Italia. Particolarmente importante, poi, è anche la serie animata Return to the Planet of the Apes. Andati in onda sulla Nbc, tra il 6 settembre 1975 e il 4 settembre dell’anno successivo, i cartoni animati del “Ciclo delle scimmie” vantano la produzione di veterani del settore come Fritz Freleng e David DePatie. Ma, nonostante ciò, il progetto va avanti soltanto per tredici episodi, ciascuno dalla durata di venticinque minuti.
Anche l’universo dei comics, a metà anni Settanta, si interessa all’autentico fenomeno mediatico creato dalle celebri scimmie cinematografiche. Così, la Marvel Comics pubblica tra l’ottobre 1975 e il dicembre 1976 una serie, durata undici numeri, intitolata Adventures on the Planet of the Apes. Parte di questo materiale - realizzato dal collaudato team creativo composto da Doug Moench per i testi, George Tuska alle matite e Mike Esposito alle chine - vede la luce anche in Italia grazie all’Editoriale Corno, che ne pubblica i primi sei numeri in uno dei volumi trimestrali in bianco e nero della storica collana Superfumetti (il numero tre, per l’esattezza). Questi i titoli degli episodi editi nel nostro Paese: Il pianeta delle scimmie; Il mondo degli uomini in gabbia; Caccia all’uomo; Il processo; Nella zona proibita; Il segreto.
Sono sicuro, per concludere, che il successo del nuovo film interpretato da un sempre più bravo James Franco farà riaccendere la fiammella dell’attenzione su quelle che restano, comunque, le scimmie più celebri dell’immaginario fantastico planetario (magari assieme a King Kong).

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